Viaggio in Marocco. Preparazione

di Sandro Russo (pubblicato su Ponza Racconta)

Sempre mi riecheggia il titolo di un album di Leonard Cohen quando sto per cominciare un nuovo viaggio: “Una nuova pelle per una vecchia cerimonia” (New skin for old ceremony). È un vecchio rito, il viaggio, ma se continuo a farne, un senso l’avrà…

Il momento che non amo di una partenza è dire addio alla casa, alle cose, ai gatti… un po’ anche salutare gli amici.
Quando ho detto loro del viaggio mi hanno fatto “le raccomandazioni”, ciascuno nel proprio stile e nella personale visione del posto dove andavo; un’antologia di luoghi comuni sul Marocco.
Il “Gruppo Ponza”, di cultura meridionale-napoletana, è rimasto legato alla cattiva nomina che si sono fatti i marocchini dalle nostre parti combattendo dalla parte degli Alleati nella II Guerra Mondiale
– Pòrtete ’i mutand’i fierre, m’arraccumann’!
– Nun ghi ’ndi bagne turche… Statt’accorte.

Un altro, sempre scherzando, mi ha avvertito di non farmi fare operazioni… di nessun tipo! Ma poi mi ha richiamato e mi ha detto che si era sbagliato con Casablanca. A Marrakesh dovrei stare tranquillo.
Mio fratello che c’è andato negli anni prima del Covid con degli amici di Ponza mi ha detto di non mancare il pesce cotto per strada a Essaouira, specie la granseola alla brace, che è un mito ponzese.

Il momento che amo è dopo il check-in in aeroporto, quando seduto finalmente tranquillo mi posso abbandonare a quel che succederà.
Non terrò in nessun conto le aspettative, le informazioni raccolte qua e là. So bene che le aspettative sono un modo per rovinarsi un viaggio, e le evito attentamente.
Non che le abbia sollecitate, ma ognuno voleva dire la sua.
Il momento che amo è sentire “il friccicore”, “il frullo del passero”… ognuno la sensazione la chiama in un modo diverso. È il brivido di piacere/attesa della novità. Rassicura sentire che c’è ancora…
Contento di partire… Davvero, buon viaggio!

P.S.
In partenza.
Belli, la mattina della partenza, anche i messaggi scambiati per whatsapp, quando tutti noi (già un ‘Gruppo’) stiamo partendo, ognuno dal suo aeroporto.
Mi ha fatto pensare all’amico mio meccanico che nella sua officina ospita ogni anno delle rondini che entrano da un vetro appositamente lasciato rotto. Lui se le studia con passione…
Mi raccontava che in autunno, al momento della partenza si davano appuntamento da lui… c’era grande agitazione nell’aria. Garriti  e frulli d’ali da ogni parte, dentro e fuori dall’officina; si formava lo stormo… Tra tanto stridere e pigolare era agitato pure lui, mi diceva.
Poi tutte insieme partivano… Anche loro andavano in Africa…

Il primo dei luoghi comuni da sfatare: la neve sulle montagne in Africa. Qui le montagne dell’Atlante, alla cui base è situata Marrakesh. Si possono vedere in fase d’atterraggio: è la prima sorpresa


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