Viaggi in Patagonia 04. Di ghiacciai e altre meraviglie
di Rita Gasbarra (pubblicato su Ponza Racconta)

Continuiamo il cammino verso il sud del mondo, traversando un territorio di canyons rosseggianti, punteggiati del giallo delle ginestre e profumati di timo. Sul fondo ruscelli si slargano di tanto in tanto, rallentando il flusso dell’acqua e riflettendo le cime intorno. Righe giallo ocra di salnitro si seccano al sole, creando tavolozze di colori.

La zona più spettacolare è la valle del Rio Pinturas, dove ci rechiamo per visitare la “Cueva de las Manos Pintadas”, considerata la Cappella Sistina de los Antiguos, gli antenati di questi luoghi, cacciatori nomadi che vissero qui già 9000 anni fa. Centinaia di impronte di mani in negativo, riprodotte in vari colori, si alternano a scene di caccia, animali, figure umane stilizzate. Gli stili differenti permettono di identificare tre periodi storici, che vanno da circa 10.000 fino a 2500 anni fa. Una delle iconografie delle mani è stata utilizzata come copertina del libro di Chatwin “In Patagonia”.

Riprendiamo il viaggio fino a El Calafate, cittadina affacciata sul Lago Argentino dalle acque color del turchese, centro turistico molto frequentato, sia per le attività montane sia perché porta d’ingresso al Parco Nacional de Los Glaciares, uno dei luoghi naturali più straordinari del continente sud-americano.

Ci imbarchiamo la mattina per un’escursione sul lago, che ci permetterà di avvicinarci ai ghiacciai Upsala e Spegazzini, quest’ultimo il più alto all’interno del Parco. Il sole splende, esaltando il contrasto di colori fra il turchese dell’acqua, il bianco del ghiaccio, l’azzurro del cielo. L’aria è trasparente, limpida. Il vento soffia il respiro  della natura. Iceberg galleggiano alla deriva e rendono la navigazione avventurosa. Le punte aguzze del fronte del ghiacciaio formano muri di cristallo.

L’emozione raggiunge il culmine nella visita pomeridiana al più famoso dei ghiacciai, il Perito Moreno, inserito nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità Unesco. Il ghiacciaio si innalza sul lago con un fronte di 5 km ed un’altezza di 60 m. Una serie di passerelle su tre livelli consente di godere del meraviglioso, inenarrabile spettacolo da vari punti di vista. Improvvise rotture del ghiaccio rimbombano come tuoni, dando la sensazione di essere di fronte ad un gigante vivo ed in movimento. Difficilmente potrò dimenticare tanta meraviglia!

Lasciamo a malincuore questo luogo straordinario, ma gli stimoli di bellezza che qui la natura offre si susseguono senza interruzione.
Traversiamo per la seconda volta la frontiera argentina per recarci, in Cile, nella spettacolare “Riserva della Biosfera Mondiale”, il Parco Nazionale “Torri del Paines”.
Una vegetazione variegata offre il giusto ambiente naturale a volpi, puma, guanachi. Verdi laghi si rincorrono con fiumi costretti a salti roboanti, come nel Salto Grande, che porta le acque del lago Nordenskjold nel lago Pehoe. In alto dominano la scena i tre monoliti rosseggianti delle Torri del Paine, incappucciate dalle nuvole. Dormiamo sulle sponde del lago Gray, di fronte all’omonimo ghiacciaio, con la vista delle Torri sulla destra.


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    Così inizia “In Patagonia” di Bruce Chatwin. Un immaginario introiettato da bambino diviene il motore per andare lì dove il sogno chiama. Il viaggio lo porta nella caverna dove Charley  Milward, capitano di un mercantile e cugino di sua nonna, aveva trovato i resti dell’animale fantastico.