L’approdo
di Marina Valenti
[…] Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
(Da: Itaca, di Costantino Kavafis, 1911)
La terrazza sulla baia di Argostoli
L’approdo
Una sensazione quasi surreale accompagna i miei passi mentre scendo la scaletta dell’aereo: nei prossimi giorni camminerò dove ha camminato Ulisse, Odisseo, il re di Itaca. Immaginazione, letture e aspettative – che in ogni viaggio si mescolano – qui, trovano casa.
Finalmente sono approdata dove ho desiderato a lungo essere, in Grecia. Mi sorge un sorriso al pensiero che condividerò un corso di scrittura di viaggio di una settimana con Vincenzo e un gruppo di sconosciuti, proprio qui, dove è nata l’Odissea. Un’esperienza che mi incuriosisce molto al termine di un’estate già molto densa.
Giunti in collina dove si trova il nostro bed and breakfast, la terra di Ulisse si presenta piuttosto arida. Cosparsa di pietre bianche e grige, scomposte, come di rovine che evocano una memoria antica. Immobile, come un fermo immagine di un tempo abbandonato. Ovunque appaiono i frammenti delle vecchie coltivazioni di lenticchie e uvetta sorrette da muretti a secco ormai quasi del tutto crollati. Il terremoto del 1953 fu devastante, distrusse il novanta per cento delle case.
Paesaggio arido nei pressi del Kefalonia Art studio: l’entroterra della collina che guarda la baia di ad Argostoli
In questo quadro brullo, mi chino in cerca di qualcosa di vivo, nel tentativo di riconoscere al naso i fiori giallo oro che riempiono il ciglio della strada. Non profumano. Non sono cedrina, lavanda o rosmarino selvatico, le tipiche piante aromatiche della macchia mediterranea ma, come ci spiegherà Sandro nei giorni successivi, i gambi del salvione induriti dal sole [4].
Mandria di capre nei pressi della nostra casa ad Argostoli
Quando Francesca apre il cancello e ci fa entrare con modi gentili e familiari il mare che avevamo solo intravisto si impone ai nostri occhi come un enorme specchio di luce argentata. D’argento come le chiome che sovrastano i tronchi scavati e stanchi degli ulivi intravisti poco prima dal finestrino.
Dimitri, il marito di Francesca, ci accoglie a modo suo: strambi oggetti esposti in giardino e installazioni di ogni genere ci fanno capire che siamo entrati nel suo atelier.
Istallazioni di Dimitri Galliatsatos, a Kefalonia Art studio
Francesca, Dimitri, Jinny e il gatto
Più tardi in camera il mare si fa sempre più nitido dietro la retina delle zanzariere. Lo osservo nel silenzio, mi affaccio in terrazzo e mi lascio penetrare dal lento movimento delle onde. Respiro. Che privilegio darsi il tempo e la distanza per contemplare una meta. Dalla terrazza dell’Art Studio Kefalonia il mare della baia di Argostoliappare quasi fermo. Le onde avanzano, piccole, lentamente, giorno e notte, in silenzio. Ritornano. Andare e tornare è l’incanto dell’Odissea. Davanti a noi si apre, come il mare, un nuovo viaggio sull’isola di Cefalonia, di fronte a Itaca.
Nelle ore più calde la collina a destra della baia di Argostoli, che divide in due il nostro orizzonte tagliandolo in diagonale, diviene filigrana di terra dorata.
Nuvole bianche
Tramonto sulla baia di Argostoli
Tutte le foto di Marina Valenti, Cefalonia; settembre 2024, tranne una di Sandro Russo
Nuvole bianche.
Tiepida brezza soffia
sul mare calmo [1]
Solo più tardi, scendendo fra i muri gialli della casa capisco, forse, perché Dimitri l’alchimista ha sparso oro e argento dappertutto: sulle scale, sulle sedie, i tavoli, le inferriate delle finestre, nei suoi quadri. È la sua magia [2].
La scala d’oro, realizzazione di Dimitri ad Art Studio Kefalonia
Perché sono qui? Fra le tante ragioni anche il fatto che mi sono affezionata al personaggio di Ulisse e al senso profondo del suo viaggio-ritorno-racconto, l’Odissea, grazie a una serie di progetti a lui ispirati che ho realizzato nell’ambito della comunicazione e della cultura del vino, originati da una mostra da me ideata e curata, ispirata alla scultura Lo sguardo di Ulisse di Raffaella Robustelli.
Il legame fra Ulisse, il vino e la Grecia non ha certo bisogno di introduzione mentre mi fa piacere ricordare che ancora oggi la maestosa scultura in bronzo dell’eroe greco, istallata nell’ingresso di una famosa cantina veneta, accoglie visitatori da tutto il mondo.
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze [3]
[…] Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta [3]
Guardando Itaca da Cefalonia (dal versante di Sami)
Note
[1] – Haiku di Marina Valenti, a Cefalonia, settembre 2024
[2] – Vedi intervista a Dimitri Galiatsatos di Vincenzo Padiglione, di prossima pubblicazione]
[3] – Da: Itaca, di Costantino Kavafis, 1911.
[4] – La pianta fiorita di Phlomis fruticosa, il nome botanico di questa pianta (detta ‘salvione’ per la similarità delle foglie) – Foto by rust (non a Cefalonia, ma ai Castelli Romani, la primavera successiva)